Παρασκευή 8 Ιουλίου 2011

Τα Φοβερά Επεισόδια της Οδού Μερουλάνα

Roma, marzo 1927. Durante i primi anni del fascismo, il commissario della Squadra Mobile di Polizia Francesco "Don Ciccio" Ingravallo è incaricato di indagare su un furto di gioielli ai danni di un'anziana donna di origini venete, la vedova Menegazzi. In seguito viene uccisa, nello stesso palazzo che era stato teatro della rapina, la moglie di un uomo piuttosto ricco, la signora Liliana Balducci. Il luogo del furto e dell'omicidio è un tetro palazzo di via Merulana 219, noto come "Palazzo degli Ori", situato poco distante dal Colosseo.

La narrazione parte con la descrizione dell'ambiente attorno alla signora Balducci e si allarga ai Castelli Romani da dove provengono le domestiche della signora e le "nipoti", ragazze che accoglieva come figlie per compensare solitudine e mancata maternità. Intorno una folla di comparse: la svenevole e avvizzita contessa Menegazzi, vittima del furto, il commendator Angeloni "prosciuttofilo", i brigadieri della questura, i carabinieri di Marino a caccia di indizi nella campagna, le figure sfocate delle domestiche e nipoti.

FinaleIl giallo non ha soluzione e non si chiude con la scoperta del colpevole; secondo la sua concezione, la realtà è troppo complessa e caleidoscopica per essere spiegata e ricondotta ad una logica razionalità, la vita è un caos disordinato, un "pasticciaccio" di cose, persone e linguaggi.

Genesi e pubblicazioneIl romanzo, ideato a partire dal 1945, venne scritto in prima stesura durante il soggiorno fiorentino di Gadda, sotto l'impulso liberatorio e compositivo seguente la fine della guerra, e la caduta del regime fascista.

La prima pubblicazione, avvenuta a puntate sulla rivista Letteratura nel 1946, ebbe una diffusione molto limitata. Dopo il trasferimento a Roma di Gadda come giornalista RAI, l'editore Livio Garzanti gli propose la pubblicazione in volume, pubblicata nel 1957 con un immediato successo: l'autore, fino ad allora conosciuto e stimato da una ristretta cerchia di critici, divenne quindi noto al grande pubblico.

Analisi del testoTra la prima versione del romanzo e quella definitiva in volume vi sono alcune differenze, come varianti nel testo e una diversa articolazione dei capitoli (da sei a dieci), finalizzata all'aumentare la tensione narrativa del racconto.

La prima parte del romanzo è incentrata sulla scoperta dei delitti e sulle indagini tra gli esponenti della borghesia romana, mentre la seconda sulle indagini all'interno del proletariato della periferia della città.

Il romanzo è privo di un vero e proprio protagonista, o di un punto di vista che rifletta quello dell'autore, se non a tratti il personaggio di Ingravallo, che cerca di imporre ordine in una situazione caotica.

La mescolanza tra le situazioni, i personaggi, e il loro linguaggio, dà luogo ad un plurilinguismo ed uno intreccio tra spaccato popolare e borghese.

CriticaRappresenta probabilmente, con La cognizione del dolore, la migliore opera dello scrittore; nel romanzo, infatti, il virtuosismo linguistico e sintattico, il "barocchismo" e l'uso di più livelli di scrittura (dal dialetto popolare alla descrizione con echi manzoniani) rappresentano la complessità della realtà ed insieme la sua essenza fatta di "percezioni": l'affascinante "buccia delle cose". Detto "pasticciaccio", secondo l'occhio disilluso di Gadda, riflette inoltre l'agglomerato di linguaggi e comportamenti, orrori e stupidità, della società italiana.

Δεν υπάρχουν σχόλια:

Δημοσίευση σχολίου